Siracusa, 6 luglio 2023: La decisione del Ministro Salvini, Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, di puntare sul Ponte del Mediterraneo, come occasione unica e strategica per la crescita della Sicilia, dell’Italia nel più ampio quadro europeo, mediterraneo ed internazionale, ha suscitato alcune perplessità, peraltro facilmente smontabili, sull’impatto ambientale e sui costi dell’infrastruttura che, secondo zelanti e miopi opinionisti, avrebbe solo un ritorno localistico e soprattutto inutile. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo.
Innanzitutto è da chiarire che non trattasi più di ipotesi, ma di certezza legislativa, in quanto, in data 24 maggio u.s., il Senato ha dato il via libera alla conversione in Legge del decreto sul Ponte sullo Stretto di Messina.
Per contestare in partenza queste becere sciocchezze, il ministro Salvini ha voluto rinominare il Ponte sullo Stretto, chiamandolo Ponte del Mediterraneo, in modo da fare comprendere anche ai più ciechi opinionisti, ostili a tutto ciò che sa di novità, che il ponte risponde ad esigenze economiche di geopolitica europea, mediterranea, mondiale che, infatti, pressa sul Governo italiano affinché l’opera possa essere realizzata.
Ora, che l’opera sia necessaria, anzi indispensabile, alla crescita economica del nostro Paese lo dimostra il fatto che la SVIMEZ, cioè l’Associazione per lo Sviluppo Industriale del Mezzogiorno, il cui oggetto sociale è lo studio delle condizioni economiche del Mezzogiorno, già dal 1946, anno della sua costituzione, ha sempre chiesto con insistenza la realizzazione del Ponte, come strumento per il rilancio del Meridione e fare uscire lo stesso territorio dall’isolamento nazionale ed internazionale.
Che la Legge Salvini stia facendo passi da gigante, approvata sia alla Camera che al Senato, istituita la Società, individuate le risorse economiche e finanziarie che saranno necessarie, è sotto gli occhi di tutti, eppure, tanti gufi della nostra Terra continuano a sperare e gufare che, alla fine, qualche disgrazia si possa abbattere sulla realizzazione del ponte per bloccare l’iter realizzativo.
Le nostre Cassandre locali dimenticano che, ha proseguito Vinciullo, ponti simili sono stati già realizzati in Turchia e in Giappone, con risultati positivi per le due Nazioni.
Questi odiatori del progresso tecnologico e scientifico, in preda sistematica alla sindrome di Cassandra, una patologia di natura psicologica che porta a formulare di continuo profezie avverse e sciagure di ogni tipo, dimenticano che la Svezia e la Danimarca si sono unite con un ponte non solo per unire due Stati sovrani, ma per difendere i rispettivi porti dalla concorrenza internazionale che rischiava di vanificare gli sforzi compiuti dai due Stati per la realizzazione di strutture portuali, nel Nord Europa, in grado di espandersi in maniera esponenziale.
Ebbene, nonostante questo esempio evidente, qualcuno ha avuto perfino il coraggio di dire che la realizzazione del Ponte del Mediterraneo non avrà ritorni economici, politici e sociali per la Sicilia e la Calabria, ma solo effetti negativi, addirittura devastanti.
Ed allora, ha continuato Vinciullo, vediamo quali saranno i benefici per la Sicilia, l’Italia Meridionale e il resto del Paese, escludendo tutte le rimanenti nazioni dell’ “orbe terranum”:
1) Messina e Reggio Calabria diventeranno un’unica Città metropolitana, la più grande del Sud dopo Napoli e Palermo, circa 1,2 milioni di abitanti, comprese le aree metropolitane;
2) Migliaia di persone troveranno occupazione lavorativa;
3) La disoccupazione diminuirà in modo esponenziale;
4) I due sistemi produttivi locali, oggi isolati, inizieranno a dialogare fra di loro;
5) I porti siciliani, a cominciare da quello di Augusta, usciranno dal loro atavico isolamento ed acquisteranno la valenza internazionale che tutti gli riconoscono, pur non esercitando questa funzione;
6) L’Aeroporto di Reggio diventerà quello dello Stretto, aumentando sensibilmente i propri passeggeri e facendo uscire la provincia di Messina dall’isolamento in cui attualmente si trova;
7) Le ZES della Sicilia, in modo particolare quelle della Sicilia Orientale, entreranno in rapporti stabili e duraturi con quelle calabresi e campane, coinvolgendo anche il Porto di Gioia Tauro;
8) Sul fronte della formazione, finalmente le Università di Messina e Reggio Calabria entreranno in sinergia e complementarità, garantendo alta Formazione e non la guerra per cannabilizzare studenti sulle due sponde dello Stretto.
Ed allora, perché continuare ad alzare la voce contro il progresso e il futuro? Perché continuare a gufare solo per apparire sulla stampa?
La Sicilia, ha concluso Vinciullo, si mobiliti per la realizzazione del Ponte del Mediterraneo, non lasci che siano altri a decidere al nostro posto, dica no alle Cassandre in servizio permanente effettivo che continueranno, come sempre, a gufare sul futuro dei nostri figli!
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